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Wikileaks: una petizione lanciata da giornalisti di 40 paesi

Giornaliste e giornalisti di tutto il mondo, firmano un appello a favore di Wikileaks e del suo fondatore Julian Assange. Wikileaks è un’organizzazione che raccoglie denunce di chi per la sua posizione non può esporsi pubblicamente, e che dal 2006 mette a disposizione di tutti sul suo sito documenti confidenziali e riservati.

Wikileaks costituisce una straordinaria risorsa per i media di tutto il mondo e ha dato un contributo eccezionale alla trasparenza e al riconoscimento delle responsabilità nelle guerre in Afghanistan e Iraq. I giornalisti e le giornaliste che firmano questa petizione, molti dei quali sono reporter d’inchiesta, lavorano nei paesi più diversi: dalla Russia alla Namibia, da Israele all’Indonesia, in Europa e in America settentrionale. Sfruttando le reti mondiali del giornalismo d’inchiesta, i giornalisti hanno deciso di far sentire la propria voce per reagire alla campagna di violente critiche e minacce che ha recentemente colpito Wikileaks e Assange.

Per informazioni, contattare:
Gavin MacFadyen (Regno Unito)
Gmacfadyen(at)me.com, cellulare 44 (0)774 030 4570

Mark Lee Hunter (Francia)

MarkLeeHunter(at)gmail.com, cellulare 33 (0)6 27 81 00 87

Nicky Hager (Nuova Zelanda)
nicky(at)paradise.net.nz

Lucy Komisar (Stati Uniti)
LK(at)lucykomisar.com, 001 212 929-1610

Clicca qui per aggiungere il vostro sostegno per Wikileaks
Clicca qui per vedere le firme

Una petizione in difesa di Wikileaks

Julian Assange, fondatore dell’organizzazione di “whistleblowers” Wikileaks, é stato pesantemente criticato, e personalmente minacciato, per avere pubblicato su Internet un’enorme quantità di documenti riservati sulle guerre in Afghanistan e in Iraq (i cosiddetti “War diaries”, i diari di guerra). Assange é stato accusato di avere irresponsabilmente reso pubbliche informazioni militari confidenziali, mettendo così in pericolo le persone citate in quei documenti. È stato persino accusato di spionaggio. Critiche sottoscritte anche da alcune organizzazioni di giornalisti.

Noi, giornalisti, giornaliste, organizzazioni di giornalisti di molti paesi del mondo, esprimiamo il nostro sostegno a Julian Assange e a Wikileaks. Crediamo che Assange abbia dato un contributo straordinario alla trasparenza. Crediamo anche che qualcuno debba rispondere del proprio operato nelle guerre in Afghanistan e Iraq.Sono vicende nelle quali il segreto di Stato e il controllo governativo sui mass media hanno fortemente limitato la trasparenza.

Assange é finito sotto attacco per avere diffuso pubblicamente informazioni che non avrebbero mai dovuto essere nascoste al pubblico.

Crediamo che Wikileaks avesse il diritto di rendere pubblici documenti confidenziali militari, perché é interesse di tutti, sapere cosa é successo in quelle guerre. Quei documenti provano che il governo americano ha manipolato l’opinione pubblica su quanto è accaduto in Iraq e Afghanistan e che crimini di guerra sono stati commessi.

Wikileaks ha messo in pericolo vite umane? Legittime critiche sono state sollevate contro questa organizzazione, per non avere sufficientemente “rielaborato” i documenti afghani, con il risultato che sono stati pubblicati anche nomi di informatori. Per fortuna, non é mai stato provato che, in conseguenza di ciò, qualcuno sia stato ferito o ucciso. Prendiamo atto che Wikileaks si è resa conto dell’errore. E che nella pubblicazione dei documenti iracheni é stata molto più attenta. Ma riteniamo che rivelare così tanti e indiscutibili abusi e crimini commessi abbia un valore molto superiore a quegli errori così ampiamente criticati.

Julian Assange é stato messo personalmente sotto accusa per il suo coinvolgimento nella divulgazione dei documenti. Accusa che si è trasformata nella minaccia di un’incriminazione per spionaggio.

Se Assange é colpevole, lo sono anche tutti i giornalisti e tutte le fonti confidenziali. E’ un terribile precedente, contrario al principio della trasparenza che deve ispirare il comportamento di ogni Governo. Perché se é “spionaggio” pubblicare documenti riservati, allora ogni giornalista potrà essere accusato di spionaggio. Di fronte a questi attacchi Assange merita il nostro sostegno e il nostro incoraggiamento.

Fin dalla sua nascita, nel 2006, Wikileaks ha rappresentato una fonte di informazione straordinaria per giornalisti di tutto il mondo, dando un contributo importante al concetto di trasparenza in un’epoca in cui i governi vi si attengono sempre di meno. Wikileaks non é un media, e non vuole esserlo, ma la sua missione é informare il pubblico, sbloccare situazioni di immotivata segretezza e darci una mano nel nostro lavoro di informazione.

Noi utilizziamo Wikileaks e siamo grati all’organizzazione e ad Assange per il lavoro che fanno. Per questo oggi siamo al loro fianco.